I numeri degli errori giudiziari in Italia sono sconvolgenti. Dal 1991 al 2022, circa 30.000 persone sono state ingiustamente coinvolte in procedimenti giudiziari, subendo arresti cautelari o condanne nonostante fossero innocenti, come successivamente accertato. In media, ogni anno, 961 cittadini sono stati vittime di tali ingiustizie. Questo abominio non solo infligge un danno morale e personale immenso, ma pesa anche sulle casse dello Stato che ha dovuto sborsare quasi un miliardo di euro in risarcimenti e indennizzi. Nel solo 2022, i casi di ingiuste detenzioni sono stati 547, con un costo di oltre 37 milioni di euro, segnando un incremento significativo rispetto agli anni precedenti.
La distinzione tra ingiusta detenzione e errore giudiziario è cruciale: la prima riguarda chi è detenuto cautelativamente e poi assolto, mentre la seconda si riferisce a chi viene condannato e successivamente assolto dopo un processo di revisione. Dal 1991 al 2022, ci sono stati 222 casi di errori giudiziari veri e propri, con un costo totale di risarcimenti di oltre 76 milioni di euro.
È una vergogna che in un sistema giudiziario che si vanta di essere giusto e trasparente, tali errori si ripetano con una frequenza così allarmante. I giudici, che dovrebbero garantire l’equità, non pagano per i propri errori, lasciando i cittadini a sopportare il peso delle loro decisioni sbagliate. Il fatto che nessuno di loro risponda personalmente per queste ingiustizie è inaccettabile e dimostra una mancanza di responsabilità e di rispetto verso le vittime. Lo Stato deve urgentemente riformare il sistema per evitare che tali tragedie continuino a verificarsi e per garantire che chi sbaglia paghi le conseguenze delle proprie azioni.**
Questa situazione non può essere tollerata. È il momento di pretendere un cambiamento radicale che assicuri giustizia vera e protezione per tutti i cittadini.